Per una mamma che lavora è di fondamentale importanza la presenza del padre, sia per il sostegno pratico che per la condivisione emotiva. Il ruolo delle mamme oggi è cambiato, soprattutto per le mamme lavoratrici e i papà sono chiamati ad un cambio di ruolo forse ancora più difficile e incerto. Come cambia il ruolo del padre oggi? Cosa è chiamato a cambiare di sé e del proprio atteggiamento tradizionale? Cosa può fare concretamente un papà quando la mamma lavora?
In una serie di post, di cui questo è il primo, cerco di rispondere a queste domande, anche sulla base delle attuali teorie, tendenze socio-culturali e dati di ricerca.
Mamme che lavorano e assunti culturali a favore dei papà
Una mamma che lavora full time o part time si trova spesso a dover combattere con i sensi di colpa: si sente in colpa quando è in ufficio e non sta coi propri figli e si sente in colpa quando sta con i figli e trascura il lavoro e il suo progetto professionale.
La nostra cultura, le leggi attuali* e la definizione ancora molto tradizionalista dei ruoli familiari portano a sbilanciare in modo esagerato la responsabilità verso la mamma, anche quando la mamma lavora. Non ci si rende a sufficienza conto che questa posizione (e imposizione) socio-culturale può essere una scelta di comodo e non ha un fondamento scientifico in termini di utilità per lo sviluppo sano del bambino. Le motivazioni vanno ricercate piuttosto nella difesa della tranquillità, della rassicurazione e del mantenimento degli equilibri acquisiti da parte degli uomini in ambito professionale, familiare e sociale.
Questa posizione (e imposizione), spesso carsica e inconsapevole come tutti gli assunti culturali sociali, impedisce l’evoluzione verso modi alternativi di pensare e realizzare una diversa e più equilibrata relazione tra la mamma, il papà e i figli.
Sul versante delle mamme che lavorano, ciò spinge nella direzione del senso di colpa anziché delle responsabilità da condividere tra le mamme e i papà.
Mamme che lavorano: la responsabilità del figlio è di entrambi i genitori
La responsabilità dello sviluppo del bambino non è soltanto della madre ma anche del padre, e per molti papà ciò rappresenta oggi un punto su cui riflettere e intorno al quale (ri)costruire la propria identità di ruolo.
Quando una mamma lavora il bilanciamento tra vita e lavoro riguarda entrambi i genitori: è necessario ridefinire ruoli e attività all’interno della famiglia e in questa ridefinizione spesso non sono di aiuto i modelli di famiglia che abbiamo fin qui conosciuto e che le mamma e i papà di oggi hanno conosciuto nelle loro famiglie di origine.
Affermare che la responsabilità è di entrambi i genitori significa invitare entrambi e riprogettare gli equilibri familiari, i reciproci tempi di vita e tempi di lavoro e a considerare il cosiddetto work-life balance come caratteristica e obiettivo del sistema familiare e non del papà o della mamma presi singolarmente.
Papà dove sei?
Questo interrogativo rimanda ad una esigenza di presenza fisica ma evoca anche la ricerca di una nuova “posizione” psichica.
Il dove sei può essere inteso come invito ad essere concretamente presenti nella cura e nell’accudimento dei figli, e nel primo periodo ciò ha spesso a che fare col prendersi cura soprattutto della mamma sia negli aspetti pratici che in quelli emotivi. Dopo i primi mesi ciò significa ripensare all’equilibrio tra vita e lavoro, considerandolo un’esigenza congiunta della mamma e del papà che lavorano. E come tale ha bisogno di soluzioni congiunte.
Il dove sei è anche un interrogativo che riguarda l’identità e il ruolo del padre, oggi ancora alla ricerca di una nuova forma e di una nuova identità. Da questo punto di vista, i papà sono chiamati a superare il ruolo tradizionale di breadwinner, impegnati nel lavoro e poco presenti a casa, e a far proprie alcune sensibilità e attività di cura dei figli tradizionalmente ritenuti esclusivi della mamma.
Anche questo richiede spesso una ricerca congiunta e un lavoro psicologico e di relazione tra la mamma e il papà, chiamati con la nascita dei figli a far nascere un nuovo rapporto.
* Mi stupisco di come si accolgano favorevolmente alcune leggi recenti sul congedo di maternità, anche quando continuano a sbilanciare la responsabilità della cura e dell’accudimento del bambino in modo unilaterale. Anche in questi casi ci troviamo di fronte ad uno dei tanti second generation gender baias? Quali sono gli effetti di queste leggi nel medio periodo per le mamme che lavorano, le loro opportunità di crescita, guadagno e leadership nelle organizzazioni?