EMDR: cos’è e come funziona

L’EMDR è un approccio psicoterapeutico che consente una elaborazione profonda e accelerata del disagio psicologico e una stabile riorganizzazione emotiva, cognitiva e comportamentale. Lavora sugli aspetti psicologici e fisiologici della mente e del cervello: da qui la sua comprovata validità ed efficacia.

EMDR cos'è e come funziona, occhio di donna azzurroEMDR sta per Eyes Movement Desensitization and Reprocessing e fa riferimento al fatto che l’elaborazione di un ricordo traumatico è più profonda e accelerata se il paziente mentre ricorda è contemporaneamente sollecitato da uno stimolo esterno, ovvero un movimento bilaterale delle dita del terapeuta che il paziente segue con lo sguardo. La contemporaneità del rievocare un evento del passato e la stimolazione bilaterale nel qui-ed-ora della seduta (attraverso i movimenti oculari) permette a livello neurofisiologico di riaprire le reti associative e di fluidificare a livello psicologico emozioni e pensieri che via via diventano meno “indigesti” e più funzionali.

EMDR: una metafora

Prima di addentraci nelle spiegazioni più tecniche del funzionamento della psicoterapia EMDR cerco di illustrarlo attraverso una metafora. Quando prendiamo un gran botta, ad esempio su una gamba o su un braccio, di frequente si forma un ematoma. Se la botta è stata forte, appena si tocca l’ematoma si avverte un dolore lancinante e in modo consapevole o automatico cerchiamo di proteggerci, evitando di urtarla nuovamente e di riprovare dolore. In molti casi, col tempo, l’ematoma si riassorbe, lasciando solo una traccia sulla pelle che piano piano col tempo scompare. In qualche caso invece l’ematoma non si riassorbe da solo ed è necessario ricorrere a rimedi, anche medici, che evitino complicazioni, favoriscano la circolazione del sangue nella zona interessata e limitino l’estensione del coagulo. In poco tempo, l’ematoma si riassorbe e il dolore diminuisce fino a quasi scomparire. Sulla superficie della pelle rimane una traccia visibile della botta, quasi un ricordo di quanto accaduto, ma al tatto non è più dolorosa.

Ecco: potremmo dire che l’EMDR serve proprio a far “riassorbire” alla nostra mente quelle “botte” prese a livello psicologico. Alcune di queste “botte”, che chiamiamo traumi, si riassorbono per un normale processo fisiologico di auto-guarigione della mente. Altri traumi, più e meno gravi, hanno invece bisogno di essere trattate con metodologie adeguate. L’EMDR è al momento uno degli approcci psicoterapeutici evidence based (ovvero, validati con misurazioni oggettive) più validi ed efficaci a questi scopi.

EMDR ed esperienze traumatiche

EMDR: cos'è e come funziona, donna stesa sul letto che piangeCiascuno di noi nella propria vita, chi più chi meno, è passato attraverso esperienze traumatiche. Nella maggior parte dei casi la nostra mente è stata in grado di assorbire ed elaborare queste esperienze e continua a farlo. Ad esempio, può capitarci di litigare furiosamente con un collega o un amico, al punto da sentirci traditi o umiliati e rimanerne sconvolti. Il nostro stato di attivazione emotiva rimane alto per un po’ di tempo, generando irritazione, disagio, frustrazione. Probabilmente le emozioni, che sentiamo anche nel corpo (come ad esempio allo stomaco), ci rimangono addosso per i giorni successivi. Ci ritroviamo a rimuginare spesso sull’episodio e la notte rischiamo di non dormire pensando a quel che è accaduto, a cosa avremmo potuto dire o alle risposte da dare in futuro. Dopo qualche tempo però, soprattutto se abbiamo avuto la possibilità di parlarne con qualcuno e di dare voce alle emozioni, ci ritroviamo ad aver “digerito” l’accaduto. Ricordiamo l’episodio, ma in modo via via più sfocato e il ricordo non ci mette più in uno stato di agitazione.

Non sempre però le cose vanno in questo modo.

Capita infatti (nel 30% dei casi, dice la letteratura) che gli eventi traumatici non si digeriscano e rimangano intrappolati nelle nostre reti neurali. La “botta” che abbiamo preso non si riassorbe e ogni volta che ci andiamo vicino continua a far male.

EMDR e trauma: un esempio

Facciamo un esempio: una persone due anni fa ha visto investire il proprio amico mentre passeggiavano sul lungomare. Una macchina è uscita di strada, ha frenato facendo fischiare le gomme, ha divelto una panchina di cemento in un frastuono infernale ed ha ferito in modo piuttosto grave una delle due persone, l’amico per l’appunto.

Questo episodio è un trauma che si fissa nella mente (e nel cervello) della persona e difficilmente riuscirà a “digerirlo”.

Cosa significa che si è “fissato” nella mente? Significa che il ricordo dell’episodio, fatto di immagini, cognizioni, emozioni e sensazioni fisiche rimane impresso nella mente e “congelato” nell’esatto momento in cui è accaduto. È come se la mente per proteggerci lo sequestrasse, per evitare che continui ad angosciarci. Ma questo tentativo non riesce del tutto, e ogni volta che qualcosa per qualche ragione ce lo ricorda proviamo un’angoscia simile. Non importa che il pericolo sia passato, che l’amico dopo qualche tempo sia guarito, che il pensiero razionale ci dica che le auto di solito rimangono in carreggiata e non escono di strada. Ogni volta che sentiremo il fischio di una frenata o il frastuono simile a quello di un’auto che esce di strada avremo la sensazione che qualcosa per noi di pericoloso e mortale sta accadere, ed entreremo in uno stato di allarme. Quell’area della mente traumatizzata non riesce più ad apprendere dall’esperienza e continuerà a reagire come ha reagito la prima volta in occasione del trauma.

EMDR: come funziona

EMDR- efficacia e risultati, donna che apre le braccia di fronte al soleNella psicoterapia EMDR l’esperienza traumatica viene scomposta nelle sue dimensioni fondamentali: immagine (o suono), cognizione, emozione e sensazione fisica. Queste sono le componenti fondamentali del ricordo e di come viene registrato nelle nostre reti neurali.

Nel caso dell’esempio più sopra riportato l’immagine è l’auto che esce di strada e investe l’amico; il rumore è quello della frenata e della panchina divelta; la cognizione è “Sono in pericolo!”; l’emozione è di paura; la sensazione fisica può essere la stretta allo stomaco, l’irrigidimento del corpo il tremore alle gambe.

La psicoterapia EMDR esplicita le componenti fondamentali dell’esperienza traumatica e le associa ad una stimolazione bilaterale, forzando la mente a stare nel ricordo e contemporaneamente nel qui-ed-ora della seduta. L’effetto di questo doppio livello di attenzione (al passato – il ricordo traumatico – e al presente – i movimenti delle dita seguiti dallo sguardo) crea una stimolazione a livello cerebrale e riapre le reti neurali associative. A livello psicologico ciò consente alle emozioni bloccate di circolare nuovamente e permette che nuovi pensieri e nuove emozioni possano legarsi all’area in precedenza traumatizzata e “congelata”. Nella metafora della “botta”, è come se l’EMDR consentisse al sangue raggrumato (emozioni, cognizioni e sensazioni “congelate”) di circolare nuovamente e allo stesso tempo permettesse a sangue buono (emozioni meno allarmanti e convinzioni più realistiche e razionali) di entrare nell’area danneggiata e ripararla.

EMDR: effetti e risultati

L’effetto che si ottiene con la psicoterapia EMDR è di desensibilizzazione e “riprocessamento” (elaborazione): eyes movement desensitization and reprocessing.

La desensibilizzazione ha che fare con una riduzione al suo minimo delle emozioni e sensazioni fisiche disturbanti e l’elaborazione con l’acquisizione di nuove cognizioni. Il continuare a riportare la mente sul ricordo e contemporaneamente sollecitarla con uno stimolo attuale depotenzia ciò che era stato immagazzinato come disturbante: l’immagine e il suono diventano via via più sbiaditi o cambiano di prospettiva; il terrore e la paura scompaiono e la tensione allo stomaco o alle gambe lascia il posto ad un tono muscolare rilassato. Il pensiero “Sono in pericolo!” lascia il posto alla convinzione “Ora sono al sicuro!”.

Il risultato è quindi una profonda rielaborazione del ricordo, in tutte le sue dimensioni, e una concreta possibilità di cambiare atteggiamento e comportamento.

La psicoterapia EMDR non ha come scopo la sola presa di coscienza o la rielaborazione solo per mezzo della parola, ma attraverso il ricordo, la messa in parola delle emozioni nella relazione col terapeuta e la stimolazione a livello fisiologico, aiuta a riparare (quasi a “riprogrammare”) parti della mente danneggiate che possono riacquisire salute e funzionalità.

Si parte dal passato – l’evento traumatico – per liberare il presente e riprogettare un futuro migliore.

Parte del testo è la rielaborazione di una comunicazione personale della Dr. Vittoria Beretta – Supervisore e Facilitator EMDR, che qui ringrazio.


Photos by Amanda Dalbjörn, Mxsh and Fuu J on Unsplash
Pubblicato in EMDR

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